Roma, 20 aprile 2023
COMUNICATO STAMPA
ROMA CAPITALE: PER UNA LEGGE CHE ABBIA UNA VISIONE
Si può fare una legge senza avere chiaro qual è lo scopo, qual è l’obiettivo da raggiungere? La risposta negativa sembrerebbe scontata ma non sembra che sia così quando si tratta di Roma e della legge per Roma Capitale.
Troppo spesso si parla di maggiori poteri, di un ruolo istituzionale più consono, di più mezzi da assegnare al Campidoglio, senza però indicarne con chiarezza il perché; soprattutto, senza spiegare che ogni investimento per la Capitale va nell’interesse dell’Italia.
E’ questo l’allarme lanciato dall’associazione “Per Roma” che ha promosso un seminario dal titolo “Roma Capitale: per una legge che abbia una visione” svoltosi nella sede del CNEL con l’intervento di qualificati esponenti di vari ambienti cittadini: dal mondo della cultura a quello della politica, del commercio, dell’associazionismo civico, delle professioni. Un seminario -ha annunciato il presidente dell’associazione “Per Roma”, Marco Ravaglioli- che costituisce il momento di avvio di un programma (“Roma 2030-2050”) destinato a svilupparsi nell’arco di due anni con l’obiettivo di incentivare nella società cittadina un dibattito sulla idea di Roma e sul ruolo che essa può assumere nel futuro.
Relazioni introduttive sono state svolte dal prof. Francesco Clementi, docente di Diritto pubblico alla Sapienza, dall’on. Annagrazia Calabria che nella scorsa legislatura fu relatrice della proposta di legge costituzionale per Roma Capitale bloccata dallo scioglimento anticipato delle Camere, dal sen. Walter Tocci, fra gli studiosi più competenti sull’amministrazione capitolina. L’on. Chiara Colosimo, impossibilitata a partecipare per gli impegni parlamentari della giornata, ha mandato un intervento scritto.
E’ stata l’occasione per una riflessione a tutto campo sui problemi della Capitale, sulla loro origine e sulla difficoltà di soluzione, legata soprattutto a una legislazione inadeguata (non si può governare Roma -è stato detto- come una città qualunque), da una macchina amministrativa poco inefficiente ma anche da una diffusa cultura “antiromana”, una insensibilità degli italiani verso la loro Capitale. Walter Tocci, peraltro, ha deplorato anche l’atteggiamento rivendicativo come pure -all’opposto- il “piagnisteo” spesso manifestati da Roma nei confronti dello Stato, ricordando invece i positivi passi in avanti compiuti ai tempi dei Governi Andreotti e Craxi, nel clima di concertazione allora instauratosi fra Comune, Stato e Regione.
Ma dal dibattito fra gli esperti è emersa una necessità: che la legge complessa come quella che dovrà -finalmente- regolare i rapporti fra lo Stato e Roma Capitale sia espressione di una sensibilità diffusa nel Paese sulla funzione della Capitale e sui compiti che ad essa vanno affidati e soprattutto della consapevolezza dello straordinario servizio che Roma, in quanto Capitale, può svolgere a beneficio dell’Italia.