Roma capitale europea

Riteniamo che la recente convocazione della “Conferenza per il rilancio dell’Europa” da parte dei vertici delle Istituzioni comunitarie imponga un’approfondita riflessione sul futuro del processo di integrazione fra i popoli europei.

Questo vale particolarmente per la città di Roma, che in un grave momento di crisi dei valori europeistici deve sentire l’impegno di tornare ad assumere quel ruolo di guida morale dell’Europa che la storia le assegna e che da sempre i popoli le riconoscono. Un tema quanto mai attuale alla vigilia delle elezioni comunali che potrebbero segnare l’avvio di una nuova fase per la vita della nostra città, impegnata a divenire davvero una Capitale europea.

Per questo Per Roma, Movimento federalista europeo e Passo Civico, hanno predisposto un documento aperto, che è stato sottoposto alla condivisione di una qualificata rappresentanza della politica e dell’associazionismo civico romano. Il risultato è il Manifesto che segue per Roma Capitale Europea da presentare ai  candidati Sindaci alle prossime votazioni comunali perché si impegnino, in caso di elezione, ad una precisa serie di iniziative per una forte valorizzazione di Roma quale punto di riferimento per l’Unione Europea.

” Manifesto Per Roma Capitale Europea “

 

“Roma Capitale europea”: sia questo l’impegno dell’amministrazione della città. Nella certezza che nell’Europa è il futuro di Roma e dell’Italia e che su Roma l’Europa può contare per l’indispensabile rilancio nel quale oggi essa è impegnata.

Essere una Capitale europea deve significare per Roma porsi finalmente al livello delle grandi città d’Europa, ricercando in un costante confronto con le altre Capitali modelli e riferimenti per migliorare servizi pubblici, qualità della vita, standard sociali, garanzie di trasparenza e legalità. Utili strumenti in tal senso possono venire da un efficiente impiego del Next Generation EU e delle altre opportunità di finanziamento comunitario di cui può beneficiare in modo sinergico il territorio vasto dell’area metropolitana.

Fondamentale appare il tema della transizione ecologica, intesa anche come difesa del territorio, del paesaggio e del decoro urbano. Raccolta differenziata, green economy, energia solare, trasporti integrati e tutela dell’ambiente devono divenire sinonimo di rispetto e sviluppo del nostro territorio. Anche l’innovazione e la ricerca scientifica devono diventare elementi portanti di sviluppo. Aumentare l’apertura anche telematica delle amministrazioni locali migliorerebbe la trasparenza, l’accessibilità e l’efficienza amministrativa, accrescendo la partecipazione e la stessa fiducia dei cittadini negli enti locali.

Allo stesso modo la cultura può divenire il volano della ripresa economica, con ampi risvolti sul rilancio del turismo nella capitale. La creazione di un sistema integrato di diversi settori tramite l’uso di avanzate applicazioni tecnologiche potrà contribuire alla costruzione di una politica industriale della cultura come fattore determinante della crescita economica della Capitale. Ciò fa parte del DNA stesso della città.

Essere una Capitale europea, tuttavia, significa per Roma molto altro ancora.

Roma deve tornare ad essere riconosciuta quale simbolo del processo di integrazione europea, deve assumere per l’Unione quel ruolo di guida morale e di ispiratrice ideale della Res publica federale europea che la storia le assegna e che i popoli le riconoscono: non fu per caso se venne scelta Roma – e il Campidoglio – per la firma dei Trattati che nel 1957 sancirono la nascita delle Comunità europee, nucleo di quella che oggi è l’Unione di ventisette Paesi.

Questo significa per l’Amministrazione cittadina impegni concreti per valorizzare il ruolo cosmopolita di Roma, particolarmente laddove il suo primato non può non essere rivendicato. Un ruolo tanto più centrale nel momento in cui l’Unione europea sta riflettendo sul proprio futuro attraverso la Conferenza appena avviata.

Roma sia per l’Europa il punto di riferimento per una politica di apertura internazionale, di pace e di solidarietà. È questo il forte messaggio che viene dalla sua storia secolare, dal suo ruolo di capitale religiosa universale. Roma, città aperta al mondo, deve adoperarsi convintamente per la creazione di nuove forme di cooperazione tra i popoli. A partire dall’area del Mediterraneo, un’area alla quale essa da sempre è strettamente legata e dalle cui sorti non si può prescindere.

Roma si faccia ispiratrice per il futuro dell’Europa di nuove politiche di rilancio della cultura, dell’arte, delle scienze. Nei tesori artistici, nei saperi, nelle grandi idealità, nei valori dello spirito e della religione di cui Roma è principale depositaria universale della matrice comune dei popoli europei. Su questi deve poggiare il processo di rilancio dell’Unione e Roma deve esserne al centro.

Ma per tutto ciò sono necessarie scelte convinte.

Proponiamo alcuni impegni concreti e immediati per l’Amministrazione comunale:

  1. Istituire un Assessorato per l’Europa che, dotato di mezzi adeguati, gestisca in modo efficace e trasparente tutte le risorse messe a disposizione della Amministrazione comunale dal Next Generation EU e dagli altri fondi europei. A questo Assessorato faranno riferimento tutte le iniziative dedicate dalla Amministrazione alla promozione della dimensione europea della città. Il titolare dell’Assessorato dovrà assumere il rango di Vice Sindaco.
  2. Incentivare la partecipazione dei cittadini alla Conferenza sul futuro dell’Europa, anche grazie alla valorizzazione dell’apposita piattaforma telematica messa a disposizione dalle istituzioni comunitarie per la partecipazione popolare.
  3. Promuovere un capillare piano di iniziative in città -soprattutto nelle scuole-per la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle tematiche europee e sulla vocazione europeista di Roma, coinvolgendo associazioni, movimenti, ONG, mondo cooperativo e no profit di cui la città è particolarmente ricca.
  4. Rilanciare l’idea di un’Associazione fra le città Capitali dei Paesi dell’Unione Europea, che possa favorire la cooperazione politica, lo scambio di esperienze e più in generale la collaborazione fra le amministrazioni cittadine.
  5. Sollecitare -anche predisponendo le soluzioni logistiche- la creazione a Roma di strutture della Unione europea che corrispondano alle vocazioni della città: come un’Agenzia per il Mediterraneo, un Centro di studi sui fenomeni della migrazione, un Centro europeo per lo studio, la valorizzazione e il restauro dei beni culturali.
  6. Organizzare a Roma una Conferenza annuale delle grandi città del Mediterraneo e un Festival annuale dei giovani per l’incontro e lo scambio di esperienze fra le nuove generazioni dei Paesi europei e mediterranei.