L’AUDITORIUM DI MECENATE
Alzi la mano chi lo ha mai notato prima d’ora. Pochi, probabilmente. Eppure la modesta costruzione al centro del giardinetto di fronte al Teatro Brancaccio, in via Merulana, custodisce il poco che rimane di una delle più fastose ville dell’antica Roma: la villa di Mecenate, fraterno amico e consigliere di Augusto oltre che munifico protettore di letterati.
Si tratta dei resti di un triclinio (un salone per banchetti: la definizione di auditorium è sbagliata) probabilmente usato nei mesi estivi per sfuggire alla calura. Parzialmente interrato, lussuosamente decorato all’interno con marmi e affreschi, rallegrato dai ruscelli che sgorgavano da una grande fontana.
In questo luogo di delizie si svolgevano, probabilmente, i conviti di Mecenate, allietati dalle letture dei poeti che il padrone di casa proteggeva.
Emoziona pensare che proprio in questa sala potrebbero aver declamato i loro versi Orazio, Catullo, Properzio. Qui Virgilio potrebbe aver letto per la prima volta l’Eneide.