a cura di Marco Ravaglioli con Maurizio Tarquini direttore di Unindustria Roma
Si può parlare di Roma come una città industriale? Certamente no, se ci si riferisce alla industria tradizionale, quella dei grandi insediamenti del nord Italia. Vicende storiche e scelte politiche -soprattutto quando la città di trasformò in Capitale d’Italia e si decise di evitare la presenza di masse di lavoratori potenzialmente minacciose a ridosso dei centri di governo- hanno impedito il formarsi di una importante attività imprenditoriale romana se non per comparti limitati: quello dell’edilizia, soprattutto. Eppure, gli ultimi anni del secolo scorso hanno visto l’affermarsi di una industria “leggera” legata alla elettronica e all’informatica che per un breve momento fece parlare di Roma come del “terzo polo industriale” d’Italia. Né si può dimenticare che, pur in assenza di precise strategie di sviluppo, fin dall’inizio del secolo significativi insediamenti industriali erano sorti in diversi punti della periferia cittadina: le loro strutture, dismesse, costituiscono oggi importanti opportunità per la riqualificazione di interi quartieri. Si pensi alla centrale elettrica Montemartini trasformata in un eccezionale museo archeologico, o allo stabilimento Mira Lanza, diventato il Teatro India.
Per quanto gracile, una tradizione industriale a Roma dunque è presente e potrebbe costituire forse un elemento trainante per il futuro economico della città